Come affrontare un UFO: parola di professionisti CICAP!

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Nella giornata dedicata a uno dei film Scifi – horror più famosi della storia del cinema, ovvero Alien di Ridley Scott, vogliamo occuparci… ovviamente, di alieni. Pensate di aver visto un UFO o di aver avuto un incontro ravvicinato? Don’t panic! Ci pensano tre esperti del CICAP, che ci espongono il loro punto di vista a riguardo: Marco Ciardi, storico, Massimo Polidoro, indagatore del mistero, e Armando de Vincentiis, psicologo.

Marco Ciardi: per capire il presente bisogna conoscere il passato

Ciardi

Spesso i dibattiti su questi temi e le prese di posizione partono da domande mal poste e si mescolano argomenti diversi come la vita intelligente nell’universo e gli UFO, che sono cose completamente diverse. Quello che manca, in genere, è capire come nascono le questioni: gli UFO hanno una storia, la vita intelligente nell’universo ne ha un’altra e gli antichi astronauti un’altra ancora.

Il tema della vita intelligente su altri pianeti è discusso fin dall’antichità, si ritrova, ad esempio, in testi come la Storia Vera di Luciano (II sec. d.C.) in cui viene descritto un viaggio sulla Luna. E il dibattito continua a svilupparsi fra filosofi, letterati, fino all’età moderna; nel periodo della rivoluzione scientifica, da Galileo in poi le cose cominciano ad essere poste in un altro modo, ma ci sono tantissimi scienziati, come William Herschel nel Settecento, che continuano a credere che addirittura la Luna possa essere abitata.

A fine Ottocento le attenzioni si concentrano su Marte: si sviluppano grandi teorie sulla possibilità che Marte sia abitato e, siccome è quel periodo particolare in cui nascono tanti misteri, dalla questione degli extraterrestri allo spiritismo, la Teosofia, poi la nascita del cinema e del fumetto, Darwin e l’evoluzione, la divulgazione, etc… tutto si mescola insieme in un calderone di idee che circolano. Così si passa a teorizzare che civiltà antiche nell’universo abbiano già visitato la Terra nel passato, ed ecco il famoso tema degli antichi astronauti, che, quindi, si sviluppa molto prima della questione degli UFO. Tutto questo va avanti soprattutto tra scrittori e romanzieri, finché il 24 Giugno 1947 nasce quello che chiamiamo fenomeno UFO: l’uomo di affari Kenneth Arnold in volo sul suo aereo riferisce di aver visto luci che volavano a zig zag nel cielo, somiglianti a flying saucers, piattini volanti. Lui dice “come se…”, ma i giornali li trasformano subito in dischi volanti.

Il temrine “UFO”, Unidentified Flying Object, viene coniato dall’aeronautica americana nel 1952 per indicare gli avvistamenti in cielo di oggetti sconosciuti. “UFO” non nasce immediatamente come associazione alle navicelle che vengono dallo spazio, ma come definizione dell’esercito che tenta di studiare scientificamente di che si tratta. Quando poi il termine prende piede come identificativo di navicelle aliene, il fenomeno non si ferma più: avvistamenti su avvistamenti, cinema, e così via fino a Incontri ravvicinati del terzo tipo nel 1977.

Tuttavia, nei rapporti delle commissioni ufficiali istituite in tutto il mondo, il 95% dei casi è spiegato da allucinazioni, satelliti, truffe e fotografie falsate; poi c’è sempre un certo numero di casi insoluti, ma solo per mancanza di informazioni!

Gli ufologi continuano a sostenere la teoria del complotto, secondo cui i governi occultano la verità e gli alieni sono stati trovati. Il famoso episodio di Roswell è effettivamente accaduto: ma in che termini? Nell’agosto del 1947 i giornali dicono che è stato avvistato un disco volante, ma le indagini condotte rimandano ad un pallone sonda caduto in quella zona. E tutto finisce lì. Fin quando nel 1980 viene ritirata fuori questa storia e inventata la vicenda dell’Area 51, a distanza di quasi quarant’anni! Poi viene fuori il famoso filmato dell’autopsia dell’alieno, ma si è dimostrato essere un falso.

Ecco perché se non si ha presente la storia, si rischia di cadere in errore.

Massimo Polidoro: “inspiegato” non vuol dire “inspiegabile”

polidoroChiunque può vedere un UFO, nel senso che se, guardando il cielo, notiamo qualcosa che vola e non sappiamo che cos’è, è un oggetto volante non identificato, un UFO. C’è chi salta alla conclusione che, siccome non sappiamo identificarlo deve essere un’astronave aliena, ma non ci sono le prove.

Indagarli non è facile: noi del CICAP abbiamo un gruppo di indagine che si occupa di tutte le segnalazioni che ci arrivano in tutti i campi, tra cui anche il settore ufologico. Molte spesso richiedono un controllo della posizione dei satelliti, dei pianeti, le condizioni meteorologiche; a volte riusciamo a farlo noi, altre volte chiediamo aiuto agli amici del CISU, il Centro Italiano Studi Ufologici, che sono seri e affidabili. Detto questo, ci sono poi casi particolari e famosi di cui ci siamo occupati e che abbiamo approfondito, come l’avvistamento presso lo stadio di Firenze del 1954.

Di fronte all’avvistamento di un oggetto volante non identificato, volendo mantenere un po’ i piedi per terra, bisogna cercare di farsi domande per capire che cosa è successo. A me, personalmente, è capitato di fare un avvistamento di qualcosa di strano in cielo quando ero un ragazzo: mi sembrava di aver visto una sorta di scaletta a tre gradini, nera, ferma in cielo. Poi è sparita. Non ho assolutamente capito cosa poteva essere e anch’io ho pensato: “Caspita, il mio primo UFO!”, ma non mi sono fatto prendere dalla soggezione. Ho pensato che probabilmente era qualcosa che in quel momento non sapevo spiegare, ma una spiegazione ci doveva essere. Infatti, diversi anni dopo sono venuto a sapere che esistevano aerei chiamati “invisibili” che hanno questa forma per renderli più difficili da individuare. Avevo visto proprio uno di quegli aerei, anche perché mi trovavo a Pordenone, a poca distanza dalla base militare americana di Aviano.

Altre volte la spiegazione non arriva mai, soprattutto se si tratta di ordigni militari sperimentali che non vengono mai rivelati: chi li vede, resterà sempre nel dubbio. Tuttavia, non bisogna mai pensare che se una cosa non la si riesce a spiegare subito, allora dev’essere per forza inspiegabile, semplicemente è inspiegata. Per il momento.

Armando De Vincentiis: l’ufologia si comporta come una religione

De vincentiisL’ufologia è diventata una nuova forma di religione, perché chi crede negli UFO ha una tendenza a credere nei fenomeni ed un comportamento che è assolutamente sovrapponibile a quello dei religiosi.

Al posto di avere una divinità, far riferimento a simboli o pensare alle apparizioni, si creano nuovi dei, gli extraterrestri. Si ha un credo incondizionato nei loro confronti e non c’è nessun modo di modificare l’idea di chi ha deciso di abbracciare questo tipo di credenza.

E proprio come avviene nella religione, se una persona vive in un determinato contesto in cui è contemplata quel tipo di credenza, è quasi immediato che interpreti ciò che vede in base alla propria aspettativa, in base a quello che vuole vedere. Ci sono molti fenomeni che possono ingannare la percezione: la pareidolia, i fenomeni atmosferici che possono essere scambiati per UFO, le luci riflesse a distanza in base alle condizioni atmosferiche e ai cambiamenti di calore dell’aria, etc… Se le persone si convincono che si tratta di alieni, purtroppo non c’è spiegazione che tenga perché hanno investito tutte le loro emozioni in questa finta-scienza.

Io ho conosciuto molti ufologi, che hanno una visione assolutamente alterata e condizionata del mondo. Tutti hanno una sorta di base comune, una Bibbia ufologica: sono tutti convinti che gli extraterrestri siano già arrivati sulla Terra, che abbiano influenzato la tecnologia moderna, che le piramidi ed altri oggetti storici siano testimonianze aliene.

Se, come psicologo, un paziente mi racconta di aver visto un UFO mi comporto come CICAP o come psicoterapeuta? Come psicoterapeuta, quindi accetto la sua visione e pian piano cerco di  accompagnarlo verso un’alternativa, per fargli comprendere che potrebbero esserci anche spiegazioni differenti, ma non nego immediatamente la sua percezione, perché non farei altro che squalificare il mio paziente, rischiando di non aiutarlo sotto l’aspetto terapeutico e di perderlo.

Diversamente, se sono in dibattito televisivo o in una conferenza e mi si racconta una cosa del genere, mi comporto come debunker e, di conseguenza, dico subito le cose come stanno.

Tutte le testimonianze di rapimenti alieni sono sempre emerse solo ed esclusivamente attraverso la regressione ipnotica. Quest’ultima è è assolutamente fallace perché è fallace la nostra memoria: la memoria non è un registratore e tende a ricostruire momento su momento, perciò cercando di rievocare il passato mescola elementi nuovi, elementi che fanno parte del sistema culturale, racconti di altri, cose che viste in televisione. Ciò che emerge è un falso ricordo, che potrebbe essere accaduto ma anche completamente rimodellato o che non è mai accaduto ma è stato ricostruito in base alle domande ricevute. I ricordi che emergono, soprattutto quelli di rapimenti alieni, sono fatti in questo modo.

 

Qual è il tuo punto di vista?