La mini-guida Quattrocchi ai prodotti che si prendono cura di te e dell’ambiente

Tempo di lettura 7 minuti

Lunedì abbiamo dato il via alla settimana dedicata al tema del Make a Difference, che ruota intorno all’idea di fare la differenza con piccoli gesti quotidiani.

Con Francesca ho pensato di scrivere questo Zoom Mate/Ci penso io, così da condividere alcune delle soluzioni che abbiamo adottato per prenderci cura di noi stesse e dell’ambiente.

Una mini-guida Quattrocchi alla quale speriamo tu abbia voglia di partecipare lasciandoci i tuoi consigli nei commenti.

Francesca: la plastica è ovunque e non ne posso più

Francesca: la plastica è ovunque e non ne posso più
Photo by mali maeder on Pexels.com

La plastica è ovunque.
In sette mesi di vita da sola ho potuto notare quanta plastica produco: troppa, e non ne posso più.
Ogni settimana mi libero di un sacchetto pieno, e il fatto che a Milano la plastica venga buttata insieme all’alluminio – che fa un bel volume – non mi fa stare meglio.

Perfino alcune creme ecologiche e vegane hanno un involucro di plastica, così come ci sono confezioni di carta che nascondono finestrelle di plastica attraverso le quali possiamo vedere i prodotti.

Tutto questo mi porta parecchia frustrazione: come diamine faccio a ridurre la quantità di plastica?
E non è solo questione di plastica: ogni giorno scopro che potrei fare un milione di altre cose per rendere la mia vita più green, cose che però non riesco proprio a capire come potrei attuare.

Prendiamo la macchina: non amo guidare e stare in coda. Fosse per me vivrei di metropolitana e autobus. Sono perfino a Milano, i mezzi funzionano!
Tutto molto bello, ma rinunciare alla macchina in forma stabile mi è impossibile: lavoro in una zona industriale, l’autobus che arriva vicino all’azienda non passa così di frequente e a volte salta pure la fermata. E il ritardo non può fare parte del mio stile di vita.

Insomma, davanti alla grandezza di questo pianeta mi sento impotente. Mi sento come se non potessi aiutarlo, che la cosa sia troppo grande per me.

Ma è davvero questa la strada giusta? Avere uno stile di vita impeccabile?

Arianna: lo stile di vita non deve essere impeccabile

Plastica
Illustrazione di Devitalizart

Anche dal mio punto di vista il futuro del nostro pianeta è al centro di molte mie riflessioni: la mia famiglia mi ha cresciuta con un profondo senso del rispetto per la natura in ogni sua forma. Ricordo ancora quando da piccola volevo cogliere le pratoline da regalare a mia mamma e lei mi rispondeva che apprezzava tanto il pensiero, ma che le sembravano ancora più belle se le lasciavo crescere a terra naturalmente.

Oggi faccio parte di quella schiera di persone che si fa ispirare dalle parole di Greta Thunberg e degli scienziati di cui lei sta divulgando il messaggio con così tanto fervore.

Eppure quando guardavo i gesti quotidiani di cui è sempre stata composta la mia vita, quasi mi scoraggiavo nel momento in cui non riuscivo a trovare un modo per ridurre il mio impatto ambientale.
Mi sposto quasi sempre a piedi, faccio la raccolta differenziata, mangio pochissima carne, preferisco la borraccia riutilizzabile alle bottigliette, non uso piatti o bicchieri usa e getta… Che posso fare più di così?

A incoraggiarmi sono state le parole di Anne Marie Bonneau, la Zero Waste Chef, sul cui blog potete trovare tanti consigli, idee e curiosità per eliminare il più possibile l’uso della plastica dalla vostra vita:

Non abbiamo bisogno di una manciata di persone che riducono perfettamente a zero lo spreco. Abbiamo bisogno di milioni di persone che lo fanno imperfettamente.

Ecco la soluzione!

Forse non ho uno stile di vita impeccabile dal punto di vista ecologico, ma posso renderlo migliore e contribuire nel mio piccolo ad un mondo più pulito.

Ne ho parlato tanto anche con Francesca e insieme ci scambiamo opinioni su prodotti e marche che entrambe utilizziamo.
Ecco dunque il nostro starter kit per ridurre il proprio impatto ambientale per fare del bene e allo stesso tempo sentirsi bene.

Starter kit per fare del bene e sentirsi bene

Lo starter kit parte dalle piccole cose, da quei gesti quotidiani che tutti compiamo e che è più semplice rendere green.

Questo aspetto è importante perché ci ha aiutate ad affrontare la situazione un passo alla volta, così da avere obiettivi raggiungibili e di conseguenza eliminare l’effetto boomerang che portava con sé l’ansia da prestazione.

Spazzolino in bambù della Humble

spazzolini in bambù humble

Partiamo dal mattino con lo spazzolino in bambù.

Abbiamo scelto di provare quello della Humble perché una percentuale dei proventi viene donata alla Humble Smile Fundation, che si occupa di aiutare popolazioni in tutto il mondo a conoscere l’importanza dell’igiene orale.

Questo dovrebbe bastare per far capire perché uno spazzolino in bambù costa di più di uno tradizionale, ma è giusto dire che:

  • il bambù è un materiale vantaggioso sin dalla sua coltivazione, in quanto non necessita di fertilizzanti o pesticidi perché è antibatterica di natura;
  • il manico può essere buttato nell’umido una volta terminato il periodo di utilizzo o perfino sotterrato in giardino o in un vaso;
  • le setole sono realizzate in nylon 6, che va gettato nella plastica, ma si tratta di plastica buona perché biodegradabile!

Vegani a tutti i costi?

Vegani a tutti i costi?
Photo by Vegan Liftz on Pexels.com

Essere vegani significa ridurre il proprio impatto ambientale.
Non è solo questione di amore per gli animali, ma di inquinamento: gli allevamenti hanno avuto un grosso impatto sul nostro pianeta.
Allevare animali per il consumo di carne o di derivati come il latte, significa anche disboscare ampi spazi, così come far funzionare macchinari tutto l’anno, ogni giorno.

Diventare vegani non è semplice per varie ragioni: nasciamo onnivori, sia da un punto di vista biologico sia sociale. Mangiare carne non è solo questione di salute, fa parte del quotidiano sotto vari aspetti.

Ma è davvero necessario diventare vegani a tutti i costi?

Forse, ma il rischio di vederlo come una sfida impossibile da vincere è davvero alta.
Quindi meglio prenderla con calma partendo da una più semplice limitazione: mangiare meno carne bovina.

Un consiglio che fa anche Foer nel suo ultimo libro Possiamo salvare il mondo prima di cena, che parla proprio di piccoli gesti quotidiani per aiutare noi stessi e le nuove generazioni.

La consapevolezza: Gala Cosmetici

Gala

Meglio un prodotto confezionato da un’azienda o cosmetici fatti in casa?

Le linee prodotte dalla Gala Cosmetici mette insieme tutto questo, ovvero la sicurezza dell’expertise e, allo stesso tempo, la naturalezza degli ingredenti a basso impatto ecologico dal contenuto al packaging. I tre fondatori della Gala srl sono Davide Fiumi e Lorenzo Zanotti e la ravennate Patrizia Poggiali: professionisti del mestiere che, allontanatisi dall’ambiente delle grandi produzioni, hanno dato vita a Forlì ad una realtà locale che ha cuore le sorti del pianeta, in particolare dei paesi in via di sviluppo da cui trae le materie prime tutte naturali in un commercio equosolidale. I loro prodotti sono dal 95% al 98% naturali:

  • senza parabeni, paraffine, siliconi, oli minerali, coloranti sintetici
  • senza conservanti
  • dermatologicamente testati
  • non testati su animali

Gli imballaggi sono fatti di materiali a basso impatto ambientale come plastiche PET e PE 100% riciclato e carta riciclata certificata. Ancora plastica buona, insomma.

Utilissima poi è l’operazione cominciata con il progetto GalAcademy, ovvero una sezione del loro sito in stile blog, in cui si occupano di divulgazione scientifica e culturale sulla cosmesi naturale per conoscere quello che decidi di mettere sulla tua pelle.

I prodotti solidi di Lush

Questo forse è il passo un po’ più “estremo” nel percorso verso uno stile di vita quanto più plastic free possibile: dallo shampoo al balsamo, dal bagnoschiuma al detergente viso fino al deodorante, la celebre linea di cosmetici Lush offre una vastissima gamma di prodotti solidi, ovvero sotto forma di saponetta e completamente senza imballaggio.

Non è facile abituarsi, ma provarli diventa un’avventura divertente alla scoperta di sensazioni diverse. Il personale dei punti vendita è inoltre sempre preparato e pronto per assistere nel passaggio ai cosmetici solidi e spiegare come si usano.

Un’altro aspetto molto apprezzabile di Lush è che le sue campagne di promozione hanno un approccio molto positivo: non solo sono vicini al consumatore e alle sue opinioni tramite i social, ma promuovono anche la gender equality e la body positivity con immagini di persone di ogni genere intente ad usare i loro prodotti. Il tutto culmina nella chiusura dei loro punti vendita durante le giornate di protesta per il clima.

La borraccia in vetro (o metallo)

La borraccia in vetro (o metallo)
Photo by Snapwire on Pexels.com

Andare in ufficio, in palestra o a fare quattro passi in centro con la borraccia in vetro per usare meno plastica.

Per spendere meno viene naturale comprare i cartoni da sei bottiglie in plastica, ma si può pensare di ridurne l’utilizzo usando l’acqua del rubinetto – potabile, ma in ogni caso carica di sostanze minerali che a lungo andare potrebbero dare fastidio – o facendo rifornimento alle colonne d’acqua comunali.
Natura Sì ha perfino avviato il Progetto Sostenibilità mettendo a disposizione dei distributori d’acqua nei propri negozi.

Bene, Quattrocchi, questo è il nostro starter kit per salute e ambiente.
Ci dai qualche consiglio su come ampliarlo? Ricordati: piccoli gesti quotidiani per aiutarci a fare la differenza.

Un commento

  1. Fabio Biagini

    Io aggiungo anche:
    1. Mangiare il gelato nella cialda/cono senza cucchiaino così ti rimane solo il tovagliolino di carta.
    2. Al fast-food, lo so non è vegano, la bibita senza cannuccia e coperchio.
    3. Basta pellicola per proteggere le porzioni di cibo in frigo, utilizzo un set di “coperture” in silicone di varie misure lavabili.
    Comunque grazie per i suggerimenti, soprattutto lo spazzolino in bambù.

Qual è il tuo punto di vista?