Matteo vs Matteo: Intervista all’autore e al personaggio

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L’intervista di oggi ha del misterioso, sotto molti aspetti. È doppia, e i due intervistati sono Matteo Bortolotti e… Matteo Bortolotti! Il primo è lo scrittore bolognese di giallo e noir, editor marketer, che, dopo l’esperienza della Direzione del Museo delle Storie di Pieve di Cento, torna con nuove pubblicazioni all’orizzonte, mentre il secondo è uno scrittore a sua volta, esperto di crimine e personaggio protagonista di Il Mistero della Loggia Perduta (Felici, 2012), scritto dal primo Matteo Bortolotti.

Per evitare di fare troppa confusione, chiameremo il primo “Matteo Bortolotti autore” ed il secondo “Matteo Bortolotti personaggio”. Cominciamo quindi l’esperimento e lasciamo la parola a loro…

Per entrambi: dato che ti occupi di misteri bolognesi, ti chiedo com’è la tua Bologna?

Autore: Rispondi prima tu.
Personaggio: No, tu.
A: Mi vuoi copiare la risposta?
P: Probabilmente questa è l’unica risposta su cui concordiamo.
A: Penso che Bologna, l’ho già detto altre volte, sia una città fondata sulle sue cicatrici. Ferite recenti che non si sono mai rimarginate. La strage del 2 agosto, Ustica, l’Italicus. E si potrebbe continuare, passando per l’omicidio di Marco Biagi e le Nuove Brigate Rosse. Facendo un passo indietro, molto indietro, Bologna è sempre stata una città ricca di contraddizioni. Qui è nata l’Inquisizione domenicana. Questa città piccola e grande allo stesso tempo è un porto le cui acque sono sepolte dal Tempo, ma scorrono ancora silenti sotto la sua scorza molle di città bonaria e godereccia. Un parco giochi per universitari e turisti attratti dalla sua tavola. Delle tre Bologne che conoscevo è rimasta solo “la Grassa”.
P: Ehm.
A: Non dovevamo essere d’accordo?
P: Capisco. Di base mi trovi d’accordo, ma parli come uno scrittore impegnato. Cioè, dai, ma ehi! Sei uno scrittore di gialli… Dì che Bologna è un calderone di misteri sepolti dal Tempo. Basta scavare e ce n’è per tutti i gusti. Magie, antichi templi dimenticati, sette segrete. E poi assassini, serial killer a piede libero, cacciatori di teste, giocatori d’azzardo. Grande Cocomero, quanto mi piace questa città!

All’Autore: come si sviluppa il processo di investigazione nei tuoi romanzi gialli?

Autore: Dipende dal romanzo, dalla storia. Mi diverto a giocare coi vari stili del mystery e dei suoi sottogeneri. Il Mistero della Loggia Perduta, la prima indagine del commissario Abate, è un giallo “caccia al tesoro”…
Personaggio: Come sarebbe a dire “indagine del commissario Abate”? È un’indagine di Matteo Bortolotti!
A: Indaghi solo perché il commissario si è ammalato di Alzheimer e ti ha chiesto di aiutarlo. L’indagine è sua. Per finire di rispondere alla domanda, i gialli sono come un gioco di prestigio. A volte seguono un rigoroso procedimento logico, altre invece giocano sulla “distrazione” per portarti a una conclusione strabiliante. Se hai voglia di stare al gioco, ovviamente. Si tratta di lettura d’evasione. Ogni lettore di gialli, scrittore compreso, è un escapista.

Al personaggio: come conduci le tue indagini in collaborazione con la polizia, nel corso delle tue avventure?

Personaggio: Potremmo dire che è la Polizia che collabora con me.
Autore: Non fare lo sborone.
P: Diciamo che loro hanno bisogno di qualcuno che ragioni fuori dagli schemi. Io mi ispiro ai miei colleghi celebri e applico i loro metodi: Ellery Queen, Hercule Poirot, Sherlock Holmes. L’unico problema è che il commissario Abate mi ha fatto promettere di mantenere segreta la mia collaborazione, quindi anche chi l’ha capito finge che io sia solo una palla al piede per la Polizia. La verità è che mi adorano. Specialmente la Scientifica. Non sono solo, però, a fare in modo che la giustizia trionfi, con me ci sono gli amici di una vita, gente qualificata, eh.
A: Un pizzaiolo e un barbone ricco.
P: Allora! Il Gozilla è il migliore pizzaiolo napoletano-ferrarese che c’è, e il Carne è un imprenditore stimato. Investe. A volte investe anche persone, ma di solito è gente che se lo merita.
A: Andiamo avanti, per favore.

Nella scrittura de Il Mistero della Loggia Perduta e del nuovo romanzo in uscita, come avete gestito il rapporto autore-personaggio?

Autore: Male.
Personaggio: Non è vero, non fare il Grinch. Mi vuoi bene, anche se ultimamente eri tutto impegnato a fare musei, a parlare di cose serie. Non potevi trovarti una multinazionale?
A: Anche i tuoi romanzi sono una cosa seria, ma non puoi capirlo.
P: Non potevamo fare l’intervista solo a me?

Domanda all’Autore: tu sei uno scrittore pubblicato, hai una lunga esperienza nell’editoria alle spalle, hai fatto l’editor, sei un consulente editoriale, ma hai deciso di ripubblicare la maggior parte dei tuoi romanzi come indipendente. Perché questa scelta?

Autore: Il mondo dell’editoria internazionale vive una crisi di sistema dovuto alle nuove realtà di distribuzione e fruizione che stanno prendendo piede. Realtà che stanno cambiando le abitudini dei lettori. In Italia siamo un po’ in stallo. È un parere di lettore. Si legge poco, e io penso che sia anche per colpa delle scelte che sono state fatte per inseguire il mercato. L’alfabetizzazione, grazie all’utilizzo quotidiano della rete, sta crescendo (i ragazzi almeno leggono qualcosa); il problema sono i contenuti. Bisogna intercettare un pubblico difficile e spesso lo si fa “al ribasso”, scegliendo di offrire loro solo prodotti di consumo. L’editoria ha una grande responsabilità nel sostenere il livello culturale del Paese. Voglio chiarirmi. Io ho incontrato strabilianti professionisti in questo settore; ho lavorato con alcuni dei migliori. Ho visto tanta buona editoria. Ho visto però anche tanta, troppa editoria fatta per inseguire i gusti dei non-lettori: tutti quelli che entrano in libreria di rado, e solo perché richiamati dal fenomeno di costume. Libri firmati da personaggi televisivi, calciatori, cloni di romanzi che erano a loro volta copie di altri romanzi. Io non sono un autore da milioni di copie. Non sono uno che può cambiare il mondo dell’editoria. Posso però cambiare le mie abitudini editoriali, partecipare al cambiamento. E lo faccio anche grazie alla pressione amorevole dei lettori che mi scrivono per chiedermi nuove storie. Oggi è possibile per un autore con un po’ di esperienza distribuirsi attraverso mezzi alternativi, pur senza rifiutare l’editoria tradizionale. Così, senza chiudere alcuna porta voglio provare un modello diverso. Ricominciando dai lettori, uno per uno. Costruendo con loro un modo più diretto e semplice di raccontare storie.

Uscirò con la nuova edizione del mio primo romanzo, Questo è il mio sangue, che esordì con Mondadori-Colorado Noir dieci anni fa. E prima ancora con un romanzo inedito della serie Professione Mistero, sulle indagini del commissario Abate. Con gli stessi protagonisti de Il Mistero della Loggia Perduta.

Ultima domanda, per il personaggio: ci puoi raccontare qualcosa dei romanzi di Joe Rocco?

Personaggio: Come? Chi è? Dove sono!? Grande Cocomero… Mi sono addormentato mentre parlava quell’altro. Sai, io un editore ce l’ho. E i romanzi di Joe Rocco vanno alla grande. Vendono così tanto che la tiratura ha superato la quota della popolazione di alfabetizzati in Italia e colonie.
Autore: Colonie?
P: Sì, vabbé. Gli italiani all’estero.
A: Sei incredibile.
P: Colpa tua. Comunque in lavorazione ci sono un paio di nuovi romanzi con protagonista Joe Rocco. L’anno prossimo uscirà ‘L’italianista’, in cui un serial killer grammar-nazi minaccia la vita di una blogger di Instagram molto sexy che sbaglia sempre i congiuntivi, ma non sbaglia neanche uno scatto.
A: Forse no, forse non pubblico proprio più e mi ritiro lontano da questo qui.
P: Abbracciami.
A: Chiudiamo quest’intervista, per favore. 😉

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