Sono una lettrice esigente e indisciplinata

Sono una lettrice esigente e indisciplinata

Tempo di lettura 3 minuti

Come scegliere un libro.

Questa sì che è una questione complicata.

Insomma, per chi ama la lettura avere sempre un compagno di pagine inchiostrate (o di touch screen) è veramente importante, ma come sapere se è il libro giusto? E cosa succede quando non lo è?

Leggere

Ho scelto di trattare questo argomento con uno ZoomMate e raccontare il mio personale rapporto con la lettura perché non c’è un criterio univoco, una sola risposta. Basti pensare ai diritti del lettore di Daniel Pennac, che vanno dal diritto di spizzicare al diritto di leggere ovunque, dal diritto al “bovarismo” al diritto di non leggere.

Lettura

Il detto “un libro non si giudica dalla copertina” per me vale solo nel senso metaforico di non giudicare una persona dalle apparenze. In senso letterale (e letterario), mi lascio incantare dalla grafica delle copertine: l’immagine, il font del titolo, quanto è grande il nome o la foto dell’autore rispetto al resto…

Emozione

Per quanto riguarda il contenuto, sono una sognatrice, una “bovarista”. Leggere, oltre che permettermi di imparare cose nuove, stimola la mia fantasia e la mia immaginazione. Ho una predilezione per i gialli, i thriller, le storie cariche di suspense in generale, ma non è detto che solo questi generi possano darmi quello che cerco, ovvero l’emozione travolgente, il coinvolgimento.

Perché io possa davvero dire che un libro mi piace, devo ritrovarmi ad avere voglia di ritagliare un istante da dedicargli di straforo per andare ancora avanti qualche paragrafo, devo sorprendermi a pensarci nel corso della giornata, a ragionare e fare ipotesi se c’è un mistero, a tifare per i protagonisti.

Ecco perché mi definisco una lettrice esigente: è oggettivamente difficile pretendere di trovare un libro incredibilmente interessante dietro l’altro… Ma io non mi arrendo! Leggere è un po’ come avere la possibilità di vivere un’altra vita, come il bambino nel film Pagemaster, e posso farne un’avventura.

Finire un libro che ha queste caratteristiche è una sensazione dolce – amara, perché se da un lato non posso fare a meno di desiderare tantissimo di sciogliere l’enigma e scoprire sempre di più, dall’altro, voltata l’ultima pagina, quasi mi sento… Desolata!

Il modo di sviluppare la trama che preferisco è in terza persona, con un narratore onnisciente. Questo perché a seconda delle scene, posso scoprire il punto di vista dell’uno o dell’altro personaggio, i loro pensieri e le loro impressioni senza essere limitata alla versione dei fatti del protagonista. Gli scrittori più abili riescono ad immedesimarsi completamente in tutti i personaggi, anche gli antagonisti malvagi, come dei veri e propri attori, senza far trapelare la loro preferenza per l’eroe della storia.

E cosa succede se un libro non mi piace?

Beh, secondo Daniel Pennac uno dei diritti del lettore è quello di non finire un libro, perciò, se vedo che un romanzo rimane troppo spesso a prendere polvere solitario sul comodino, semplicemente lo ripongo sullo scaffale. In attesa che arrivi il suo momento!

Un commento

  1. Fabio Biagini

    Anch’io mi ritengo un lettore esigente e per poter esprimere un giudizio, credo sia opportuno arrivare fino in fondo.
    Se arrivato all’ultima pagina l’opinione non cambia, allora catalogo il libro come “non c’è limite al peggio” …
    Un libro, a differenza del cibo, non mi permette di esprimere un giudizio definitivo al primo assaggio … per questo io non condivido l’opinione di Pennac del “diritto a non finire un libro”. Ho letto “mattoni” che si solo rivelati tali, ma per arrivare a questo giudizio ho ritenuto necessario arrivare fino alla fine.

Qual è il tuo punto di vista?