Una poltrona per due: commedia natalizia dalle sfumature razziste

Una poltrona per due: commedia natalizia dalle sfumature razziste

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Una poltrona per due è una delle icone del Natale, almeno secondo la direzione di Italia 1 che continua a trasmetterlo ogni vigilia da diversi lustri.
La storia è ambientata nella Philadelphia degli anni Ottanta, addobbata per il periodo più magico dell’anno. 

Per la mia famiglia è una tradizione guardarlo in attesa della mezzanotte, ma c’è una scena che mi vince sempre, che mi spinge a molte riflessioni, che oggi condivido e spero di arricchire con il tuo punto di vista.

L’argomento non è facile: parlare di razzismo all’interno di una commedia natalizia può sembrare azzardato, ma si tratta di un film che proprio per queste caratteristiche entra nelle abitazioni di tutti ogni anno. Per questo ci tengo a vedere l’intera storia con occhi diversi.

Il dibattito dei fratelli Luke: razzismo genetico

Il dibattito dei fratelli Luke: razzismo genetico

A scatenare le mie riflessioni sono le considerazioni dei ricchissimi fratelli Randolph e Mortimer Duke, quando lo squattrinato Billie Ray Valentine irrompe nell’esclusivo club dell’aristocrazia cittadina e viene arrestato.

R: “Quell’uomo è il prodotto di un ambiente sottosviluppato. Non ha assolutamente niente che non va e io lo posso provare!”
M: “Ma come, ma certo che ha qualcosa che non va: è un negro, Randolph! E magari ruba da quando era ancora in fasce.”
R: “Trovandosi in un ambiente adeguato e con un adeguato incoraggiamento, io scommetto che quell’uomo potrebbe dirigere la nostra compagnia altrettanto bene che il nostro Whintorpe.”

La parole di Mortimer combaciano con il cosiddetto razzismo genetico, che cerca di dare un fondamento scientifico alle teorie che vedono alcune razze superiori e altre inferiori dal punto di vista intellettuale.
Secondo lui, per il solo fatto di essere afroamericano, Billie Ray è sicuramente un criminale.

Randolph, invece, è più propenso a credere che chiunque, nel giusto ambiente e con i giusti mezzi, possa ambire al successo. Attenua la posizione di Billie Ray ipotizzando che abbia avuto una vita difficile e che se avesse trovato il contesto ideale avrebbe potuto ottenere lo stesso successo dell’altro protagonista, il privilegiato direttore della loro compagnia Louis Whintorpe III. 

La società americana e l’aristocrazia dominante

Sicuramente uno dei problemi della multietnica società americana è la sua staticità.
Sebbene siano passati più di 35 anni dalla realizzazione di Una poltrona per due, e nel frattempo vi sia persino stato un presidente afroamericano, l’aristocrazia discendente dai primi coloni britannici è ancora dominante.

Ripeto volutamente il termine aristocrazia da non intendersi come sinonimo di nobiltà, bensì con l’accezione greca del termine, ossia “potere dei migliori”, come da etimologia. E purtroppo l’associazione che ne viene fuori non è lusinghiera: i bianchi sono al potere e il potere è nelle mani dei migliori, come a dire che essere bianchi è essere migliori.

I WASP, gli anglosassoni bianchi e protestanti, occupano ancora le posizioni di maggior rilievo in campo politico, sociale ed economico.
Questo causa un inevitabile divario tra loro e le altre etnie, numericamente superiori, ma relegate nelle periferie e con incarichi di secondaria importanza.
Una situazione che comporta frustrazione e una diffusione radicata del razzismo.

NATURE VS NURTURE

NATURE VS NURTURE

Le posizioni dei fratelli Duke, che poi porteranno alla celebre scommessa che ribalterà le vite dei due protagonisti, sono ai lati opposti del dibattito nature vs nurture.
Questa locuzione inglese contrappone la natura al nutrimento nel determinare il comportamento umano.
La natura è intesa come l’eredità genetica pre-esistente, mentre il nutrimento è l’ambiente, cioè l’insieme delle esperienze, dell’istruzione e dell’educazione ricevute. 

Spesso mi chiedo se per raggiungere il successo sia meglio avere un grande talento – magari poco sfruttato – o piuttosto tanta costanza che permetta di sopperire alle proprie lacune con allenamento e studio.
A questo mio dubbio risponde un altro personaggio afroamericano della cultura pop: il cardiochirurgo Preston Burke, Grey’s anatomy, spiega a  Christina Young di non essere stato il più talentuoso tra i medici durante la specializzazione.
Nonostante ciò, è riuscito a essere il migliore perché si allenava molto più degli altri.  

Razzismo: la posizione della scienza

La posizione della scienza

La scienza ha già ampiamente smentito la teoria secondo cui sia l’etnia a determinare il comportamento di un individuo, come pure sono state smentite le teorie di Cesare Lombroso, che nel XIX secolo cercò di delineare un quadro della propensione alla criminalità sulla base dei lineamenti.
Insomma, per tornare alla scommessa dei fratelli Duke, non è la genetica a determinare se un individuo avrà successo o sarà un delinquente, bensì è l’ambiente ad avere un ruolo fondamentale in questo senso.

Questo mi ricorda quanto sia importante abbandonare tutte le scuse che ci appesantiscono e ancorano al fallimento, tanto quanto quelle che ci portano a denigrare chi non è come noi.
Cerchiamo di vedere in ogni esperienza della nostra vita, in ogni libro letto, film guardato e canzone ascoltata il nutrimento per tendere verso il successo.
Perché, in realtà, viviamo in un ambiente privilegiato e spesso lo dimentichiamo.

Di privilegio ne ha parlato molto bene Irene sul suo canale YouTube, un video che vi consiglio di vedere per guardare il proprio ambiente con occhiali diversi.
E tu che ne pensi? Ci sono altri film della tua infanzia che parlano di temi caldi e più impegnativi di quel che vogliono far credere? Scrivi la tua nei commenti, non vedo l’ora di leggerla 😉

Qual è il tuo punto di vista?