L’apoteosi dell’horror per me era costituita, fino a poche settimane fa, da The Walking Dead, ma durante la quarantena ho iniziato ad avvicinarmi a questo genere, prima con film come Suspiria e Midsommar, poi con la serie The Terror: Infamy.
Prodotta da Ridley Scott e disponibile su Prime Video, The Terror: Infamy porta l’horror giapponese in un’ambiente atipico per il genere: gli Stati Uniti della Seconda guerra mondiale.
La seria ruota attorno alla storia di una famiglia giapponese che, durante gli anni della guerra, è tormentata da Yuko, uno spirito alla ricerca del proprio figlio.
L’Ordine esecutivo 9066
19 febbraio 1942.
Dopo poco più di due mesi dall’attacco alla base americana di Pearl Harbor, il presidente Roosevelt emanò l’Ordine esecutivo 9066.
L’ordine stabiliva il trasferimento in campi di ricollocamento di tutti i giapponesi, compresi quelli di seconda generazione, residenti sul territorio statunitense.
L’Ordine esecutivo 9066, tuttavia, non colpì solamente i cittadini nippo-americani, ma anche gli italiani e i tedeschi residenti negli Stati Uniti, benché costituissero un’esigua minoranza.
Più di 120.000 furono le persone, residenti lungo la West Coast, internate in questi campi, distribuiti tra California, Arkansas, Utah, Colorado, Arizona, Idaho e Wyoming.
I cittadini nippo-americani costituivano un potenziale pericolo per la sicurezza nazionale.
La gelosia che gli americani nutrivano nei loro confronti esplose in episodi di razzismo che aumentarono dopo il 7 dicembre del 1941.
Tale gelosia era legata, in particolare, al successo di cui godevano le attività dei nippo-americani; questo particolare è visibile fin dal primo episodio della serie, ambientato in quell’anno.
Le foto dell’epoca ritraggono giapponesi felici davanti alle caserme adibite ad abitazione, oppure mentre svolgono varie attività legate alla vita nei campi.
Usate per lo più come strumento di propaganda, le foto non mostrano le dure condizioni di vita che i nippo-americani dovettero affrontare nei campi di ricollocamento.
Da questo punto di vista, The Terror: Infamy offre un interessante spaccato storico, che funge da contorno alla narrazione horror della serie.
La diffusione di epidemie, gli abusi da parte dei soldati americani nei confronti dei loro concittadini, i contrasti interni che attanagliano le vite dei prigionieri sono alcune delle verità storiche che emergono.
Chester Nakayama, il protagonista, ad esempio, collabora con l’esercito statunitense come traduttore, tradendo le sue origini nipponiche.
Una yurei e una curandera
Yuko, l’essere paranormale che tormenta la vita dei Nakayama e infesta il campo di ricollocamento immaginario di Colinas de Oro, dove la serie è ambientata, è uno yurei.
Gli yurei sono spiriti del folklore giapponese, fantasmi legati al mondo dei vivi poiché morti in modo violento o perché non hanno ricevuto una degna sepoltura.
Alla morte, l’anima, anziché raggiunge il mondo dei morti, rimane intrappolata nella nostra dimensione, dove resterà finché non avrà risolto quanto lasciato in sospeso.
Tradizionalmente, gli yurei hanno lunghi capelli neri e indossano un’ampia tunica bianca, che ricorda il kimono funerario dell’epoca Edo.
Spesso sono seguiti da alcuni hitodama, fuochi fatui di colore viola-blu.
La superstizione giapponese in The Terror: Infamy si intreccia con le tradizioni mediche ispanico-americane, nello specifico il curanderismo.
Il curanderismo è un insieme di pratiche medico-religiose che si basa sull’origine soprannaturale delle malattie.
Le patologie, considerate come una punizione divina o causate da spiriti maligni – come accade in The Terror: Infamy – vengono debellate attraverso cerimonie di purificazione e preghiere.
Il curandero, un vero e proprio sciamano, opera su tre distinti piani: fisico, spirituale e mentale.
Attraverso i rituali, il curandero entra in contatto con gli spiriti benevoli che lo aiutano ad assistere il malato intervenendo nel processo di guarigione.
The Terror: Infamy offre un’interessante visione sulla società americana degli anni Quaranta, in particolare sulle minoranze che la compongono.
Il contesto narrativo della serie è un pretesto per far luce su un sistema di credenze considerato ridicolo da molti occidentali; un sistema vivo e radicato nelle culture che l’hanno concepito e che rappresenta il trait d’union che ne unisce gli esponenti.
Voto: 🤓🤓🤓🤓🙂
Stagioni: 1
Episodi: 10
Cast: Derek Mio, Kiki Sukezane, Cristina Rodlo