3 consigli per organizzare il tuo Overseas

3 consigli per organizzare il tuo Overseas

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Partire e stare un periodo all’estero non è solo per chi studia lingue a scuola o all’università.
Si tratta di un’opportunità da cogliere per arricchirsi, farsi le ossa e aprirsi a nuove culture.
Visitare nuovi posti come turista, nell’atmosfera della vacanza, non è esattamente la stessa cosa. Vivere e soggiornare in un luogo, sono due modi completamente diversi di affrontare un viaggio.
Perfino le preoccupazioni non sono le stesse.

Per questo ho pensato a 3 consigli per organizzare il tuo Overseas. Adattabili anche ai viaggi Erasmus, programmi riferiti a studenti dell’Unione Europea svolti nei confini della stessa.
Iniziamo!

1. Partire con la tua scuola offre opportunità da non sottovalutare

Partire con la tua scuola offre opportunità da non sottovalutare

Puoi decidere di andare sei mesi all’estero anche senza la scuola o l’università come tramite. Contattare una delle tante scuole private di lingue, scegliere la tua meta, la durata del viaggio e valutare se farti ospitare da una famiglia del luogo o meno.

Questa scelta non è sbagliata, ma non tiene conto delle borse di studio, dei crediti che potresti accumulare e di eventuali gemellaggi tra le Università.

Nel mio caso il periodo a Tokyo è stato possibile proprio grazie al programma di tesi all’estero.
Una volta scelta la relatrice e l’argomento della tesi, ho deciso di partecipare.
Ogni anno vengono messi a disposizione dei fondi per gli studenti che intendono svolgere ricerca sul campo per conto dell’università.

Ho presentato una lettera motivazionale, in cui spiegavo in modo dettagliato gli obiettivi della mia ricerca. La città di mio interesse, in quali biblioteche avrei raccolto materiale a supporto dei miei studi e, data la mia specializzazione in arte buddhista giapponese, i luoghi religiosi che avrei preso in esame.

Insieme ai miei documenti di richiesta è stata inoltrata dalla mia relatrice una lettera sigillata, nella quale esprimeva il suo parere sul mio studio. Se adeguato a essere svolto all’estero e, nel caso lo fosse stato, il valore della borsa di studio che riteneva dovessi ricevere.

Non la ringrazierò mai abbastanza per quello che scrisse in quella lettera. Qualsiasi cosa abbia scritto, ha funzionato e mi ha dato più del previsto.
Al mio ritorno ho dovuto redigere una relazione, da consegnare entro due mesi dalla data di rientro. Altrimenti avrei dovuto rimborsare l’università della cifra spesa.

2. La scelta scolastica: quali sono i tuoi obiettivi?

la scelta scolastica non è da sottovalutare

Di programmi overseas ne esistono diversi. Alcuni mettono già in chiaro quali scuole o università andrai a frequentare, l’alloggio è già incluso nel programma e i corsi tra cui scegliere in parte dipendono dal tuo percorso scolastico.
Altre volte partire alla volta di paesi lontani significa cercare da soli una scuola o un’università da frequentare.

Trovare un ente ospitante presso il quale studierai è obbligatorio, altrimenti che senso avrebbe per l’università o la scuola darti crediti o borse di studio?

La scelta scolastica va fatta in base ai tuoi obiettivi e alla durata della tua permanenza.
Se starai via per un anno scolastico intero, valuta un’università statale. Controlla i corsi disponibili, quali potranno arricchire il tuo curriculum e informati se ti sarà possibile svolgere dei lavoretti part-time.

Io ho passato a Tokyo tre mesi, quindi iscrivermi all’università sarebbe stato eccessivamente costoso. Senza contare che non era detto avrei trovato i corsi di mio interesse.
Ho quindi puntato a una scuola di lingue per stranieri, la Nichii Kyokai, che prevede approfondimenti della cultura giapponese grazie a gite e workshop. Come la lezione di ikebana e la visita all’azienda Shiseidō.
Il corso è della durata di cinque settimane, quindi il restante periodo l’ho trascorso facendo ricerca sul campo.

3. Documenti, valuta e salute: cosa ti serve per partire

Documenti e altre cose utili per organizzare il tuo Overseas

Basta il passaporto o serve anche il visto?
C’è bisogno di una particolare vaccinazione?
L’assicurazione è bene farla?
Come funziona il cambio valuta?

Tutte domande che è bene porsi con un certo anticipo, così da non trovarti all’ultimo con una serie di cose urgenti da fare.
Sopratutto coi documenti, per la cui richiesta bisogna tenere conto delle tempistiche. Inoltre, in alcuni Paesi è richiesto che il passaporto abbia una validità residua ben precisa, quindi prima di partire controlla se è il caso di rinnovarlo.

Ad aiutarti ci pensa Viaggiare sicuri, il sito della Farnesina tramite il quale potrai aggiornarti sulla situazione dei Paesi di tuo interesse. Controllare cosa ti serve per partire, dove si trovano ambasciate e consolati e quali sono i prefissi per chiamare.
Una cosa molto utile, anche a fare sentire i genitori più sereni, è che potrai registrare il tuo viaggio: ti basta indicare il periodo di permanenza, l’indirizzo di soggiorno ed eventuali recapiti.

Ultimi ma non per importanza:

  1. l’assicurazione per il viaggio è bene farla. In Giappone, per esempio, la maggior parte degli ospedali sono privati e quindi molto costosi. Avere l’assicurazione è una tranquillità in più. Anche per i genitori che se ne stanno a casa, dall’altra parte dell’oceano.
  2. il cambio valuta costa meno se fatto nel proprio paese, rispetto a farlo in aeroporto per esempio. Inoltre avere una  disponibilità cartacea è utile per le emergenze e
    ti darà più tempo per trovare i bancomat da cui fare prelievi. Che in ogni caso all’estero costano di più.

 

Bene Quattrocchi, questi erano i miei 3 consigli per organizzare il tuo Overseas.
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