3 consigli per realizzare un CV che ti rispecchi

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Eccoci qua a parlare come promesso di curriculum vitae, CV per gli amici.
E se ancora non hai stretto amicizia con questo famoso pezzo di carta, è venuto il momento di seppellire l’ascia di guerra e capire come entrare in sincronia.

Con il mio CV ho sempre avuto un rapporto particolare, a volte di sfida.
Ne ho creati a dozzine, ognuno con personalità e scopi diversi.
Tutti però avevano me come comune denominatore, una me che cercava di vincere un concorso, entrare in un corso a numero chiuso o di essere assunta. Anche a breve termine.

Quindi senza ulteriori preamboli, ecco i miei tre consigli per realizzare un CV che ti rispecchi.

1. Avere chiaro sin da subito lo scopo

3 consigli per il CV: avere chiaro il tuo scopo

Perché stai creando il CV?
Cosa vuoi ottenere?
Parti con queste domande e rispondi nel modo più preciso possibile.
Serve a capire quali esperienze inserire e come impaginare il CV .

Per esempio, quando partecipo a un bando artistico, metto in fila i premi ricevuti, le mie passioni legate alla scrittura. Le pubblicazioni online e riservo a Parola di Quattrocchi un ruolo importante.
Invece, per la selezione a numero chiuso del corso in Tecnico esperto in progetti di comunicazione ed editoria digitale (nome bello lungo, lo so) oltre a sottolineare ancora una volta la passione per la scrittura ho dato spazio all’esigenza di partecipare a un corso formativo e di specializzazione.
Come?
Mettendo bene in chiaro a loro, ma prima di tutto a me stessa, che cosa avrei voluto fare da grande.
E questo ha significato puntare sui miei interessi extra-scolastici, mostrare le mie carenze nel percorso formativo e dimostrarmi propensa a imparare.

Diverso ancora è il CV portato nelle aziende, dove bisogna coniugare formazione, esperienza, interessi e abilità.
Per aiutarmi, cerco sempre di raccontare una storia.
Quella storia sono io, e il finale è nel ruolo per cui mi propongo.
Parto dalla formazione e scelgo di inserire solo quella utile allo scopo, a volte per esempio nemmeno inserisco il diploma.
Scremo le esperienze lavorative, e inserisco solo quelle vicine alla persona che l’azienda cerca. E sommo ciò che mi ha formata come persona.
Da lì compilo una lista di tre interessi e tre abilità, che richiamino comunque il ruolo aziendale.

La verità, però, è che prima di tutto viene notato come si presenta il CV.
Proprio come sarà capitato anche a te di fare con le persone.

2. Impaginare il CV è come scegliersi un abito

Impaginare il CV è come scegliersi un abito

In generale l’impaginazione da evitare, a meno che non sia espressamente richiesto dal bando o simili, è quella del CV europeo.
Questo perché si tratta di un’impaginazione impersonale, asettica, che non farà risaltare il tuo profilo.

Chi sei?
Che impressione vuoi dare?
Per quale ruolo ti stai proponendo?
Se con le prime due domande delinei la tua persona, con l’ultima la adatti al profilo richiesto.

Questo significa che per lavorare nel settore commerciale non puoi proporre un’impaginazione pensata per chi farà il video maker.
Non significa nemmeno scegliere colori scuri, come grigi blu o neri, solo perché sei laureato in giurisprudenza.
Magari punta a colori pastello, che nel caso decidano di stampare in bianco e nero renderà comunque leggibile il tuo CV, e soprattutto sfrutta la geometria.

L’impaginazione, infatti, significa capire quanto spazio dare alla parte dell’istruzione, quanto ai contatti, alle lingue conosciute o ai patentini presi.
Come anche sapere dove inserire la foto, che font utilizzare (niente corsivo a riccioli ti prego!), dove e se sfruttare il grassetto o inserire qualche icona.
Se non sai proprio da dove partire, vai sul nostro profilo pinterest: abbiamo raccolto una serie di impaginazioni interessanti da cui potrai prendere spunto.

3. Meno è più, dallo zen al CV

Meno è più, dallo zen al CV

Uno dei precetti zen più complicati da mettere in pratica, e che in Occidente piace inserire un po’ ovunque come fosse prezzemolo, è quello del “meno è più”.

L’idea è quella di trattenersi dall’inserire qualsiasi cosa.
E poi, una volta terminata l’impaginazione, di capire cosa eliminare.
Sì, hai capito bene: ci sarà sempre qualcosa di troppo, che hai inserito a forza. O che stona con tutto il resto. O che non ha senso inserire perché alla fine qualcosa dovrai pur dirlo anche al colloquio!

Sappi che scrivere tutto in calibri 8 per farci stare tutto non è tra le scelte disponibili.
Il tuo CV deve essere leggibile senza l’uso di lenti d’ingrandimento.

Sinceramente io sono una fan dei CV a una pagina sola.
Niente retro, niente secondi fogli.
Vuoi sapere perché?
La gente non ama leggere.

Lo dico io che scrivo un blog, a te che forse sei un vorace lettore.
Ma quando si tratta di leggere profili su profili, storie su storie (lo sanno anche loro che vogliamo apparire al meglio a tutti i costi), due facciate sono troppe.

Quindi in sostanza scrivi di meno e rendi di più.
Non girare attorno alle cose, vai dritto al punto.
Non inserire cose inutili, ma solo ciò che potrebbe attirare la loro attenzione.
Fai in modo che quel CV metta curiosità, così che abbiano il desiderio di chiamarti e capire cosa non hai detto.

 

Allora, come ti senti?
Hai fatto pace con il CV?
Se la risposta è no, lasciami un commento sulle dritte che vorresti ricevere.
E nel caso tu sia ancora studente, fammi sapere se ti interessa avere qualche consiglio su come strutturare il tuo curriculum universitario.

Qual è il tuo punto di vista?