“La domatrice”: delitto a Petra

“La domatrice”: delitto a Petra

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Lo scorso dicembre, in occasione di Occhio Al Natale, ho avuto il piacere di intervistare Gianluca Fazio.

Dopo la nostra chiacchierata, ho capito che noi Quattrocchi non potevamo farci sfuggire l’opportunità di dara vita a una nuova collaborazione; così abbiamo deciso di unire il nostro amore per la letteratura e i film alla passione di Gianluca per i viaggi – che poi è anche il suo lavoro.

A gennaio Gianluca si è recato in Giordania; e proprio nella terra dei Nabatei, la celeberrima Agatha Christie ha ambiento La domatrice, un giallo dalle tinte esotiche.

Un viaggio in Medio Oriente

La domatrice è l’ultimo volume della cosiddetta “trilogia del Medio Oriente” che comprende Non c’è più scampo, del 1936, e Poirot sul Nilo, del 1937.

I tre romanzi, oltre ad avere come protagonista l’investigatore belga Hercule Poirot, sono ambientati in luoghi, come l’Iraq, l’Egitto, la Palestina e la Giordania, visitati in persona da Agatha Christie.

Nell’autunno 1928, Agatha Christie, dopo il divorzio dal primo marito, salì a bordo dell’Orient Express raggiungendo prima la città di Istanbul e proseguendo poi in direzione dell’Iraq.
Questo tour, intervallato da un breve ritorno in patria, fu per la Christie estremamente prolifico: non solo la condusse alla scoperta delle antiche civiltà mesopotamiche, che divennero fonte di ispirazione per la suddetta trilogia, ma in terra d’Oriente conobbe l’archeologo Max Mallowan che sposò nel settembre 1930.

Una carovana di insoliti viaggiatori

La domatrice: una patetica tiranna

La signora Boyton… e parliamone come se fosse stata una domatrice… aveva reso innocue le sue tigri.

Agatha Christie, La domatrice, Milano, Mondadori Libri S.p.A., 2018, p. 179.

Pubblicato nel 1938, La domatrice è fedele ai classici canoni del romanzo giallo: una persona vittima di un ingegnoso piano, un gruppo ristretto di potenziali assassini e un investigatore chiamato a fare luce sul delitto.

In un hotel di Gerusalemme – chissà se è lo stesso dove ha soggiornato Gianluca –, dove si svolge la prima parte del romanzo, è riunita un’eterogenea combriccola di viaggiatori: i Boynton, una famiglia americana capeggiata dall’anziana domatrice, accompagnata dai figliastri Lennox, Carol e Raymond, dalla figlia Ginevra e dalla nuora Nadine; Sarah King, neolaureata in medicina; Théodore Gérard, un affermato psichiatra francese; Lady Westholme, un membro del Parlamento inglese; la signorina Amabel Pierce, un’insicura zitella di mezza età; Jefferson Cope, un amico dei Boynton.

I Boynton

La signora Boynton, la domatrice, è un’irascibile ex guardia carceraria che tiene in pugno la sua famiglia con un subdolo gioco psicologico; ed è lei la vittima di questo pericoloso garbuglio, dove tutti sembrano avere un valido motivo per farla fuori.
Facendo leva sulle debolezze dei propri familiari e sul potere datole dalle ricchezze possedute, la signora Boyton dà sfogo alle proprie perversioni, al proprio piacere di crudeltà, tenendo i suoi cari in una condizione di totale sottomissione, negando loro ogni contatto con il mondo esterno.

Lennox, il maggiore dei fratelli Boynton, vive in uno stato di apatia da cui nemmeno la moglie Nadine riesce a risollevarlo.
Ginevra, la minore, conduce un’esistenza ai margini della nevrosi e si rifugia nella fantasia per fuggire alla realtà.
Solamente Raymond e Carol sembrano essere dotati di un barlume di risolutezza, tanto che nel primo capitolo qualcuno li sente pronunciare «Ti rendi conto, vero, che deve essere uccisa?».

Il resto della combriccola

Agatha Christie dipinge con grande maestria anche gli altri viaggiatori, mettendo in luce le caratteristiche tipiche delle classi sociali a cui appartengono.

Sarah King, mossa dallo spirito di Asclepio, spera che la morte della domatrice possa riportare ai Boynton la serenità perduta.
La curiosa neolaureata appare come la controparte dello psichiatra Francesco.
Théodore Gérard è un uomo affermato e sicurò di sé, ma sembra stanco dell’influenza che la sua vita professionale ha su quella privata.

Lady Westholme e la signorina Pierce sono raffigurate come le classiche turiste anni Trenta: attente alla moda, non rinunciano a viaggiare in comodità e al loro tè pomeridiano.
Guardano con sospetto i locali, definendoli “strani arabi”, e hanno non poche difficoltà ad adattarsi alla vita da turista.

Jefferson Cope, l’ultimo componente di questo decadente gruppo di turisti, altro non è che un borghesotto americano che scambia la perfida della signora Boyton per uno smisurato senso di protezione nei confronti dei figli.

Petra si tinge di rosso

Si fece notte e scomparve anche il rosso vivido di quei dirupi, ma il viaggio continuava lungo quella strada tutte curve, nelle viscere della terra.

Agatha Christie, La domatrice, Milano, Mondadori Libri S.p.A., 2018, p. 80.

Sarah King, Théodore Gérard, Lady Westholme e la signorina Pierce giunti a Petra alcuni giorni dopo i Boyton vengono accolti, la sera stessa del loro arrivo, da un terribile evento: la morte della dominatrice.

L’omicidio della vecchia e insopportabile signora Boyton non solo accompagna il lettore nella seconda parte del romanzo, la più avvincente, ma annuncia anche l’entrata in scena dell’investigatore Hercule Poirot.

Nelle pagine che seguono, che cronologicamente – epilogo escluso – occupano lo spazio di una giornata, il belga Poirot, nella cornice della città di Amman, si ingegna per fare luce sul mistero.
Riuniti i potenziali assassini in una camera d’hotel, Poirot illustra e smonta ogni congettura, ogni ipotesi, fino a giungere a un’inaspettata verità.
Come lui stesso dice, per far emergere la verità basta lasciar parlare l’assassino.

L’ambientazione esotica, una vera novità nelle opere della Christie, e le temperature elevate del deserto influiscono sull’equilibrio psicologico dei personaggi.
Dopo il decesso della donna, la nevrosi dei Boynton raggiunge il suo apice; ogni loro tentativo di dimostrarti innocenti vacilla sotto i colpi delle domande dell’investigatore, eppure si battono per aggrapparsi a quella libertà che la madre aveva loro negato per anni.

L’aspetto psicologico è il punto di forza di questo giallo.
Il lettore si ritrova fin dalle prime battute a odiare la signora Boynton, a provare una forte empatia nei confronti della piccola Ginevra e, se fosse possibile, vorrebbe aiutare gli altri membri della famiglia a reagire, proprio come cerca di fare Sarah.

Voto: 🤓🤓🤓🙂😶
Autrice: Agatha Christie
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 242

Quattrocchi, se hai scoperto prima di Poirot l’identità dell’assassino, dimmelo in un commento qui sotto.
Io, purtroppo, non ci sono riuscito.

Qual è il tuo punto di vista?