The Handmaid’s Tale: confronto tra libro e serie tv

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Dopo un inizio fast and furious di letture, sto passando un momento di calma piatta.
Leggo poco e quando leggo alla sera mi addormento quasi subito.
Per fortuna ho portato a termine per la Quattrocchi Reading Challenge Il racconto dell’ancella quando ancora viaggiavo spedita.

Ho inserito il romanzo nella sezione “libri di cui hai visto film o serie tv”.
Di solito seguo il processo inverso: prima leggo il libro e poi guardo la versione cinematografica.
Ma qualche volta mi capita di finire al cinema senza conoscere l’opera originale. Mi è successo con Il grande Gatsby, che ho amato in entrambe le versioni, e anche con Assassinio sull’Orient Express, di cui ho scritto il primo confronto.

Quindi eccomi qui a mettere romanzo e serie tv l’uno di fronte all’altra.
Quale mi sarà piaciuto di più?
Quali sono le differenze che li caratterizzano?

Sono pronta a rispondere a queste e ad altre domande senza fare spoiler!

The Handmaid’s Tale, trama e contesto storico

The Handmaid's Tale, trama e contesto storico

Prima di andare a prendere le singole caratteristiche, diamo un’occhiata alla trama e al contesto storico descritto.

Il racconto dell’ancella ci presenta una nuova America: non più il paese della libertà, ma una teocrazia totalitaria che prende il nome biblico di Repubblica di Gilead.

A Gilead vige una struttura patriarcale, nella quale la donna è asservita all’uomo in tutto e per tutto.
La storia viene narrata attraverso i pensieri di June, una donna diventata Ancella, un ruolo sociale tenuto in grande considerazione perché dato alle donne in grado di procreare.

Le Ancelle vengono poi date come serve ai Comandanti in carica, e per renderlo ufficiale viene cambiato loro il nome: June diventa Difred, ossia di proprietà del Comandante Fred.

Con lei veniamo a conoscenza della società piramidale instaurata, delle differenti categorie sociali in cui vengono divisi donne e uomini, e di tutto il processo che mira a creare una nuova memoria condivisa.

Entrambe le opere si basano su questa narrazione distopica incentrata soprattutto sulla figura femminile, ma lo fanno sfruttando due periodi storici differenti.

Gli anni Ottanta con il romanzo

Margaret Atwood ha iniziato a scrivere il romanzo nel 1984 e lo ha terminato l’anno successivo.
La sua pubblicazione ebbe una grande risonanza grazie ai temi trattati in modo così vivido e reale.

Anche voi ci vedete una strana coincidenza tra l’anno di inizio stesura e il suo confrontarsi con il romanzo di Orwell?

Come George Orwell, Aldous Huxley e Ray Bradbury, Margaret Atwood ha voluto sfruttare la narrativa del what if (“cosa accadrebbe se”) per presentare una storia possibile per quanto immaginaria.

Il suo punto di riferimento furono proprio i primi anni Ottanta, che per alcuni segnarono la fine della seconda ondata del femminismo con le lotte sessuali femministe.
L’intero romanzo, infatti, si basa sulla narrazione di un Ancella, una figura utile alla società solo per il suo scopo riproduttivo.

Ritroviamo gli anni Ottanta anche da un punto di vista tecnologico, dal momento che i computer presenti nel romanzo sono più che altro descritti come calcolatori. Macchine più che altro utili a singoli compiti, quindi ben lontane dai mezzi di oggi.

Il XXI secolo con la serie tv

La serie tv, invece, parte da una prospettiva più vicina a noi: gli anni Duemila.

Ci sono i cellulari, i computer, i social.
La realtà politica e sociale descritta è proprio quella che viviamo noi nel quotidiano, una mossa vincente per riproporre i temi ancora attuali raccontati nel romanzo.

Il contesto storico in cui ci muoviamo, infatti, presenta ancora differenze di genere di una certa sostanza.
Nonostante tutti i passi avanti fatti, la nostra si presenta ancora come una società di ristrette vedute quando si tratta di corpo femminile e di diritti.
E la ragione è più che altro religiosa.

Ma vediamo le due opere a confronto!

Il racconto dell’ancella, il confronto

il racconto dell'ancella, il confronto

Proprio come in 1984, Margaret Atwood ha scritto Il racconto dell’ancella in prima persona, così da creare un maggiore coinvolgimento nella lettura.

La narrazione è dosata e June molto controllata, almeno all’inizio.
Ogni situazione vissuta le porta alla mente la sua vita passata, che il lettore ricostruisce come un puzzle nella speranza di capire come la società sia cambiata così tanto.

Rispetto alla serie tv, nel romanzo June è la protagonista indiscussa. Non cede mai il palco ad altri, ma li presenta come personaggi di una storia.

Molto diverso è anche il rapporto tra lei e Serena Joy, la moglie del Comandante di cui è l’ancella.
Serena Joy nel romanzo è una donna di una certa età che non ha mai avuto figli, mentre nella serie tv è coetanea di June, elemento che scatena una rivalità molto più vivida e sentita.

In generale nella serie tv tutto è reso più vivido e intenso, e il poter conoscere gli altri personaggi e la loro condizione rende la narrazione più completa.

Il romanzo penso fosse più incentrato sull’obiettivo della riflessione, dell’attanagliare il lettore proprio come i suoi predecessori.
Pensa al finale di 1984: spiazzante, no?

La serie tv, al contrario, penso metta più angoscia e arriva a creare un forte legame tra lo spettatore e la protagonista.

Quindi sì, ammetto di avere apprezzato molto di più la versione televisiva e sto aspettando con trepidazione la terza stagione su Tim Vision.
Anche perché tornerò a parlare dei temi a carattere religioso presenti sia nel romanzo sia nella serie, e per farlo ho bisogno di più materiale possibile!

 

 

Qual è il tuo punto di vista?