Sono sempre più numerose le donne che decidono di viaggiare da sole.
Vogliono partire e godersi questa esperienza, che sia per un week end o per qualche mese.
E io sono una di loro.
Il primo viaggio in solitaria l’ho fatto a 28 anni: ho girato la Corsica per 8 giorni con la mia fedele tenda. Avevo voglia di fare un’esperienza totalmente nuova (e spero anche la tenda, dato che l’ho comprata 2 ore prima di partire!) e, soprattutto, di mettermi alla prova.
Da allora non ho più smesso!
Viaggio in solitaria: da dove nasce il problema?
Ciò che preferisco del viaggiare è la possibilità di scoprire la cultura locale e parlare con la gente del posto.
La prima volta che sono partita pensavo che avrei fatto fatica a fare amicizia e avevo messo in conto di passare molto tempo da sola (cosa che comunque non mi spaventava).
Invece ho scoperto che attaccare bottone è più facile del previsto.
Ho conosciuto tante persone simpatiche e disponibili, mi sono sempre trovata bene, sia in Italia sia in Europa.
Parlando con gente proveniente da tutto il mondo, ho notato qualcosa che mi ha fatto riflettere.
In genere, chi viene da un paese europeo, come Olanda, Irlanda o Grecia, considera normale vedere una donna in viaggio da sola e non ci fa troppo caso.
Molti italiani, al contrario, rimangono stupiti e mi chiedono: “Perché lo fai?”, “Sei sposata?”, “Davvero sei italiana?”.
Alcune domande vengono da una sorpresa genuina, altre nascondono disappunto.
E poi c’è quella che mi ha colpita di più: “Ma non hai paura?”.
Non tutti reagiscono così, anzi. Ma il fatto che mi senta rivolgere commenti come quelli che ho citato mi fa pensare che tra i miei connazionali (sia maschi sia femmine) ci sia ancora chi non prende in considerazione che una donna voglia o possa viaggiare in autonomia.
La cultura italiana, purtroppo, risente ancora del pensiero maschilista che ci vede soprattutto come madri e mogli: possiamo essere felici solo se ci sposiamo e facciamo dei figli, e uno dei risultati di questa mentalità è che siamo discriminate sul lavoro. E, a quanto pare, anche quando diciamo che viaggiamo da sole.
Ecco perché vorrei, nel mio piccolo, rispondere a quelle famose domande e raccontare il mio punto di vista.
Perché viaggi da sola? Non sei sposata?
Voglio fare nuove esperienze e godermi il senso di libertà che si prova.
Ogni volta che torno a casa sono cresciuta, ho imparato a cavarmela in situazioni nuove e sono più sicura di me stessa.
Mi sento forte e capace.E mi sento di dire che in generale non si viaggia da sole perché si è sole, non è un ripiego: è una scelta precisa che facciamo per noi stesse. A prescindere dall’avere o meno una relazione.
Ebbene sì, le statistiche dicono che il 47,8% delle viaggiatrici solitarie italiane ha un compagno.
Questione di nazionalità: sei italiana? Credevo fossi tedesca!
Finora mi hanno scambiata per statunitense, argentina, spagnola e tedesca.
Pare che io stia collezionando tutte le nazionalità indipendentemente dal mio aspetto e il mio accento.
Quando ho chiesto il perché, mi sono sentita dire, tra le altre cose: “È che sei da sola con lo zaino in spalla…”.
Nel 2017 l’agenzia di viaggi Jfc ha pubblicato “Io viaggio da sola”, uno studio basato su un campione esclusivamente italiano: le female traveler sono il 62,6%, hanno un’età media di 32 anni (ma c’è chi supera i 60), sono spesso laureate (il 73,6%) e parlano almeno una lingua straniera (il 70%).
Ma non hai paura?
Questa è una domanda che si può interpretare in molti modi.
Paura di perdersi?
So come prendere un treno, come funziona un aeroporto e come non sbagliare fermata in metropolitana.
Come ho imparato? Ho fatto dei tentativi e ho scoperto che non era così difficile.
Ci ho addirittura preso gusto, è un po’ come una piccola caccia al tesoro.
Se poi mi serve aiuto, lo chiedo.
Potresti obiettare che chi non conosce almeno un’altra lingua è svantaggiato. Il dubbio è legittimo, ma ti garantisco che non è un problema: in qualche modo si riesce sempre a comunicare, anche solo con le espressioni del viso e il linguaggio del corpo.
Le persone sono molto disponibili, soprattutto se capiscono che sei in difficoltà. Io sono stata aiutata diverse volte: quando dovevo ricaricare la batteria del cellulare, quando cercavo un passaggio per il centro città o quando non trovavo la fermata del bus.
Paura di sentirmi sola?
La solitudine non mi spaventa, ma all’inizio temevo che mi sarei annoiata. Invece ho scoperto che stare per conto mio è piacevole: c’è sempre qualcosa di interessante da fare e si stacca la spina da tutto il resto.
Allo stesso modo ho scoperto che se volevo compagnia era molto facile trovarla: ho conosciuto più gente girando per conto mio che con gli amici.
Abitanti del luogo, altri viaggiatori… qualcuno con cui condividere la mia esperienza.
Personalmente adoro confrontarmi con chi ha un’altra nazionalità: le diversità culturali sono interessantissime e ogni dialogo è una scoperta.
Paura che mi succeda qualcosa di brutto?
Ecco, questa è l’unica preoccupazione reale che ho. Di fatto esistono situazioni potenzialmente pericolose e questo vale sia per le donne che per gli uomini. Ma alla fine basta usare il buon senso ed evitare di mettersi in pericolo. Chi viaggia impara a fidarsi dell’istinto e a capire di chi si può fidare.
Infine ci sono le donne che mi rispondono con un “Che brava! Io non avrei mai il coraggio”.
La prima volta che si affronta un esperienza nuova è normale avere un po’ di paura, ma non bisogna bloccarsi. Anch’io temevo che qualcosa sarebbe andato storto, ma se non avessi deciso di affrontare le mie paure mi sarei persa una delle esperienze migliori della mia vita.
Cosa puoi fare per superare la paura di viaggiare da sola?
A questo punto direi di rispondere alla domanda più importante: come risolvere le paure e i dubbi del viaggiare da sola.
- Documenta e organizza il tuo viaggio con largo anticipo. Cerca informazioni online e guarda cosa ti piacerebbe vedere. Poi cerca dei posti in cui dormire, così saprai con una certa sicurezza cosa aspettarti;
- porta sempre con te una batteria portatile per il tuo cellulare. Non tanto per fare chiamate o mandare messaggi, ma per avere una mappa sempre sottomano. Io poi cerco sempre una cartina in formato cartaceo: ci sono segnati i luoghi di interesse, i percorsi trekking e le fermate dei mezzi pubblici;
- porta abiti comodi: devi sentirti a tuo agio in ogni situazione;
- confrontati con persone che hanno già fatto questa esperienza, sia di persona sia sui social. Ci sono tantissimi gruppi che parlano di viaggi e quando chiedi un consiglio la risposta arriva molto in fretta. Io sono iscritta al gruppo Viaggiatori Intraprendenti, uno dei migliori in circolazione;
- non pensarci troppo e vai.
La parte difficile è lanciarsi, il resto è tutta discesa!